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A Firenze nasce la birra dedicata a Pinocchio

A Firenze è nata la birra per il 140° compleanno di Pinocchio. Ecco di cosa si tratta.

‘C’era una volta… – Un re!….no….c’era una volta un pezzo di legno’: il 7 luglio 1881 iniziava con queste parole il primo episodio della ‘Storia di un burattino’, il racconto uscito dalla penna dello scrittore fiorentino Carlo Collodi (pseudonimo di Carlo Lorenzini) e pubblicato sul ‘Giornale per i bambini’. Era Pinocchio, quello che sarebbe diventato il bambino di legno più famoso del mondo.

Una storia che è tutt’altro che una semplice favola per bambini: racchiude infatti aspetti psicologici profondi, a partire dal rapporto di un “bambino-marionetta” con il padre, che gli fa fare ciò che vuole, fino alla visione generale della storia del protagonista come un viaggio alla conquista della propria umanità.

Ogni personaggio, inoltre, ha un carattere ben definito e un ruolo importante nella vita di Pinocchio: dal Grillo Parlante “voce della coscienza”, alla Fata Turchina che simboleggia il contatto con una figura femminile, alle tentazioni rappresentate dal Gatto e dalla Volpe e dal Paese dei Balocchi.

Venne subito riconosciuto il valore narrativo del romanzo, che andava oltre alla semplice letteratura dedicata ai più piccoli: questo grazie alla profondità del racconto che si presta ad una pluralità di interpretazioni. Per questi motivi, e grazie anche (e forse soprattutto) al successivo cartone animato della Walt Disney (uscito nel 1940), ancora oggi è uno dei racconti più apprezzati della letteratura italiana ed uno dei personaggi più amati da numerose generazioni di bambini.

1883-2023: 140 anni di storia quindi per il celebre burattino di legno, che quest’anno viene festeggiato in un modo inedito. Libri ed articoli per la scuola, ma anche caramelle e dolciumi, passando per i liquori: dopo aver messo la propria firma sui più svariati generi di prodotti, per la prima volta, appone il proprio nome su di un prodotto brassicolo. Proprio a Firenze, è nata infatti la “Birra Pinocchio”, definita anche, dai suoi creatori, ‘birra bugiarda’.

L’idea è frutto del sodalizio fra l’associazione “Pinocchio a casa sua”, che vuole valorizzare la realtà storica del libro di Carlo Lorenzini, e il Birrificio Oltrarno del capoluogo toscano, fondato nel 2018, e ubicato sulla collina di Marignolle, a poche centinaia di metri dalle trecentesche mura del centro storico fiorentino. La birra verrà presentata a metà aprile al Museo del Giocattolo e di Pinocchio di Firenze.

Una ricetta particolare, quella creata dalla piccola azienda, che offre alla bevanda chiari sentori di legno, con l’evidente intento di riportare alla memoria, anche in fase di degustazione, la figura del celebre burattino: questo è stato possibile grazie ad una fermentazione, durata quattro settimane, in botti lignee.

Così come l’etichetta, realizzata dal pittore fiorentino Roberto Ciabani e dall’artista contemporaneo Skim, nome d’arte di Francesco Forconi, noto per il suo legame col graffitismo: questa infatti raffigura il burattino con la birra in mano e alle spalle la città che gli ha dato il nome, oggi nota come San Miniato Basso (Pisa), ma che, fino al 1924, portava proprio il suo nome.

birra pinocchio

Il presidente dell’associazione “Pinocchio a casa sua”, Giuseppe Garbarino, che è anche fra i fondatori del Birrificio Oltrarno, racconta: “In Russia commercializzano bibite analcoliche con il nome ed il disegno del personaggio del Collodi. In Australia, inoltre, esiste una fattoria che da anni produce vino a base di Sangiovese e Arneis, ma con etichette che riportano l’inconfondibile profilo del burattino”,

“In Italia – prosegue Garbarino – ci sono almeno una decina di ristoranti che si chiamano Pinocchio, senza contare i Gatto e la Volpe o le trattorie Mangiafuoco, una chiara variante sul tema: quindi ben venga la Birra Pinocchio, che sicuramente susciterà grande interesse non solo fra gli amanti della bevanda, ma anche fra i numerosi collezionisti del mondo pinocchiesco”.

Cosa ne avrebbe pensato il Collodi? “Sicuramente amava il buon vino ed era una buona forchetta, ma per quanto riguarda la birra, prodotto di largo consumo in città già alla fine dell’Ottocento, non abbiamo notizie – conclude – ma, con ogni probabilità, prediligeva i vini alla sbiadita birra che producevano gli svizzeri e i polacchi che avevano messo radici a Firenze”.

Come già sottolineato, senza alcun dubbio, il personaggio uscito dalla penna del romanziere fiorentino ha conquistato le simpatie di tanti giovani e meno giovani in tutto il mondo, che hanno letto il romanzo oppure, nella maggior parte dei casi, hanno visto il cartone animato.

Quel che non potremo mai sapere è cosa avrebbe pensato l’autore del fatto che, nel 2023, gli sarebbe stata dedicata una birra: ma stando alle parole di Garbarino, profondo conoscitore del mondo di Pinocchio e del Collodi, magari avrebbe sentenziato ‘grazie mille, ma io avrei preferito un buon vino rosso, magari un Chianti’.

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