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Come aumentare produttività e competitività dei birrifici

Come migliorare la redditività e la competitività dei birrifici? Alcuni calcoli possono aiutare ad ottenere questo obiettivo.

In un articolo pubblicato recentemente abbiamo visto come i produttori di birra, negli ultimi anni, si siano attivati per rendere la produzione  dei loro birrifici sempre più sostenibile: questo è possibile riducendo lo spreco di materie prime e riciclando le medesime.

Alcune aziende, ad esempio, utilizzano tecniche di recupero dell’acqua così da poter riutilizzare la preziosa e indispensabile materia prima, mentre altri impiegano tecnologie di trattamento della stessa per ridurre la quantità di acqua necessaria per produrre una birra.

Questo è sicuramente uno dei problemi più importanti del settore se si pensa alla sostenibilità: basti pensare che, per produrre un litro di birra, occorrono dai sei agli otto litri d’acqua ai quali vanno sommati quelli direttamente proporzionali alla capacità dell’impianto per il lavaggio e il risciacquo del medesimo.

La possibilità di ridurre l’utilizzo di risorse, per i birrifici, comporta un risparmio in termini economici che si traduce nella possibilità d’investire maggiori risorse nello sviluppo dell’azienda: vi sono inoltre alcuni calcoli specifici che consentono di far aumentare competitività e profitti.

birra

Le realtà produttive, comprese quelle del settore brassicolo, quando impostano i propri piani di gestione aziendale, infatti, scelgono delle modalità di controllo che consentono di monitorare l’andamento della produzione ed evidenziare in breve tempo eventuali criticità ed anomalie.

Valori numerici che derivano da un lavoro di raccolta dati che devono essere aggiornati periodicamente: in queste righe riportiamo alcuni di quelli più importanti che permettono di costruire, spesso con dati che il birrificio già possiede nel proprio archivio, un pannello di controllo preciso che rende più semplice prendere le migliori decisioni per l’attività produttiva.

Incasso medio per ettolitro venduto: permette di capire quale sia la redditività della birra prodotta e consente d’implementare le strategie di determinazione del prezzo di vendita e di offerte dei prodotti. Il calcolo della media viene fatto sia per ciascuna singola tipologia di birra che per il totale della produzione.

Costo per unità prodotta: questo dato è fondamentale per capire l’andamento dei prezzi dei fornitori ed eventuali variazioni sono indicative di un aumento dei costi di approvvigionamento delle materie necessarie alla produzione. Questo dato, inoltre, comprende il costo dell’energia utilizzata: tale calcolo permette di modificare in maniera tempestiva i prezzi di vendita.

Margine lordo per unità venduta: deve essere calcolato sia in percentuale che in valore assoluto e permette di determinare quanto contribuisce alla copertura dei costi fissi ogni singola birra venduta e, di conseguenza, di capire quante unità sia necessario vendere per raggiungere il punto di pareggio.

Punto di pareggio: questo dato indica il fatturato minimo da raggiungere per coprire i costi fissi di produzione. I birrifici che infatti rimangono sotto tale soglia significa che stanno facendo registrare delle perdite economiche. Un aspetto molto difficile da controllare visto che è un valore instabile, il quale tende a variare insieme a quello dei costi delle materie prime e dei prezzi di vendita al dettaglio.

Giorni medi d’inventario: misura la quantità di tempo che la birra rimane ferma in magazzino dopo il confezionamento. Questo calcolo consente di predire quanto tempo il birraio ha a disposizione per produrre il nuovo lotto della stessa tipologia di bevanda prima di rimanere senza scorte: il dato evidenzia inoltre quali sono le birre meno vendute e quindi meno remunerative.

birrificio

Percentuale di ordini evasi: si tratta di un indicatore preciso dell’efficienza della produzione. Un valore alto sottolinea una buona disponibilità nel magazzino delle birre ordinate dai clienti, una percentuale bassa invece è sintomo di ordini, o del tutto o parzialmente, non consegnati e dunque implica la necessità di porvi rimedio.

Percentuale di utilizzo dell’impianto: un valore alto indica l’avvicinarsi al punto di saturazione rispetto alla capacità produttiva del birrificio. Una percentuale bassa, invece, è indice del fatto che vi sono ampi margini di miglioramento per quel che riguarda la produttività.

Tempo del ciclo: va calcolato per ciascuna tipologia di birra lungo tutti i passaggi produttivi, dalla cotta al confezionamento. Il dato permette d’identificare quali sono le birre che occupano per più tempo la cantina e, di conseguenza, quelle con costi di produzione più alti: questo elemento serve anche per definire con precisione le ore necessarie per la realizzazione della bevanda.

Tutti questi sono indicatori che, oggigiorno, vengono monitorati con crescente attenzione dai birrifici italiani: raccolte dati che, insieme al riciclo delle materie prime come l’acqua, consentono ai produttori d’investire le risorse correttamente e aumentare competitività e profitti.

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