Annunciato da tempo, il momento è finalmente arrivato: a Firenze torna in vita il Caffè Giacosa, uno dei locali più antichi e importanti d’Italia, all’angolo fra via Tornabuoni e via della Spada.
Certo, di locali storici, nel capoluogo toscano, ce ne sono diversi. Ma il Giacosa è qualcosa di particolare. Non foss’altro perché fra queste mura, nel 1919, nacque il Negroni. Ovvero quello che è oggi il cocktail più bevuto nel mondo, simbolo del gusto italiano nella mixology.
La storia del Giacosa prese avvio nell’Ottocento, quando via Tornabuoni e dintorni erano il punto d’incontro di viaggiatori colti e facoltosi che arrivavano a Firenze da ogni parte d’Europa: qui, tra la sede del Circolo dell’Unione e l’albergo Londres et Suisse, nel 1860 i fratelli Giacosa traferirono la loro attività avviata a Torino nel 1815.
Il locale divenne per molti anni uno dei punti di riferimento di nobili e dandy e nel 1932 si trasferì pochi metri più in là, all’angolo con via della Spada, nei locali del Drogheria Casoni Profumeria fondato da Ugo Casoni nel 1820. E frequentato fra gli altri dal conte Cammillo Luigi Manfredo Maria Negroni.
Il conte Negroni
Fiorentino di nascita, ricco di famiglia, curioso giramondo di natura, dopo avere imparato ad apprezzare il gin nei suoi viaggi in Inghilterra e in America, in un indefinito giorno del 1919 il conte – narra la leggenda – suggerì a Fosco Scarselli, giovane barista del Casoni, una modifica sostanziale al classico drink Americano, una miscela di vermouth dolce rosso di Torino e bitter Campari completata da uno spruzzo di acqua di seltz.
“Fosco, diminuisci il seltz e mettici del gin, senza farti vedere”, avrebbe chiesto il Negroni. Nasceva così l'”Americano alla moda del conte Negroni“. Più semplicemente conosciuto oggi come Negroni, la cui storia è stata ricostruita in un libro da Luca Picchi, massimo esperto di questo drink.
La rinascita del Giacosa
Scomparso nel 2017 dopo avere cambiato diversi proprietari (l’ultimo fu lo stilista Roberto Cavalli), il Giacosa è ora rinato nella sua sede storica (o giù di lì) per iniziativa del gruppo Valenza, proprietario di altri due storici locali di Firenze (il Caffè Paszkowski e il Caffè Gilli), che ha acquisito il marchio nel 2020.
Gli interni sono stati curati dagli architetti di interior design Paolo Becagli e Alessandro Interlando, che hanno cercato di ricreare l’elegante immagine storica del locale partendo dalle foto del passato.
L’offerta è stata affidata a Luca Manni, bartender ben noto sulla scena fiorentina e non solo nonché bar supervisor del gruppo, con l’obiettivo di riproporre la storia del Giacosa adattandola allo stesso tempo ai gusti contemporanei. Protagonista della drink list è ovviamente il Negroni, a partire dalla ricetta tradizionale (gin, vermouth rosso e bitter), proposta con diverse modalità di servizio o tecniche di preparazione, come nel caso del Negroni shakerato.
Passando poi dalle sue rivisitazioni in chiave moderna, come il Gibson Negroni o il Cham-on!, personale twist del Negroni Bianco. Per arrivare infine alla sezione denominata Giacosa Creations, che propone varianti di grandi classici della miscelazione italiana come il Garibaldi, rivisto con Savoia Americano, chinotto, arancia e cacao, o il Cardinale, arricchito da note d’incenso.
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