HomeAlla scoperta della qualità italianaGin Fante London Dry fa 2 anni. Come si ha la denominazione

Gin Fante London Dry fa 2 anni. Come si ha la denominazione

Sono passati due anni, ormai, dal lancio di Gin Fante, un (ottimo) spirito 100% Abruzzo prodotto con metodo London Dry. All’epoca ne parlammo in diretta (qui trovi il video). Oggi torniamo a parlarne perché nel frattempo lo abbiamo provato in più modi: liscio e in miscelazione, come ingrediente in Gin Tonic, Negroni e numerose varianti del Gin Sour. E ci ha convinto. Sempre.

gin fanteGin Fante parla della sua regione in tutte le botaniche: dalla genziana che dona amarezza al coriandolo che regala una nota piccante fino a verbena, melissa e timo limonato che conferiscono il tocco agrumato che caratterizza questo distillato. Ma è il ginepro a farla da padrone. Venduto in bottiglie da un litro, si propone come gin di linea nei cocktail bar.

Samuele Ambrosi spiega il London Dry Gin

Il London Dry Gin, di Londra, in realtà ha solo il nome. Voglio dire, si può produrre in tutto il mondo. Certo, occorre rispettare alcune regole per potergli dare tale denominazione.

GimletQuali? “Non deve essere colorato e tutte le botaniche devono essere naturali (il che vuol dire, per capirci: niente oli, essenze o tinture) e trasmessi durante il processo di distillazione. Quanto allo zucchero, può contenerne al massimo 0,1 gr/l. In pratica, è quasi senza zucchero”, chiarisce Samuele Ambrosi, tra le altre cose autore del prezioso testo Anthologin, edito da Guido Tommasi Editore.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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