Avrebbe dovuto essere discusso nei giorni scorsi in Europa il rinnovamento della dicitura della data di scadenza degli alimenti, che avrebbe potuto cambiare dall’attuale “da consumarsi preferibilmente entro il” a un più aperto “spesso buono oltre il”; l’argomento però alla fine non è stato affrontato e rinviato a data da destinarsi per divergenze interne tra i paesi membri.
La proposta era datata marzo 2023 e aveva il fine di cercare di ridurre gli sprechi alimentari; alla base della mancata intesa tra i delegati dei paesi dell’Unione Europea, a quanto pare principalmente questioni linguistiche: le varie lingue parlate nell’Unione Europea infatti non garantirebbero, così si legge nei comunicati, un’adeguata ed equivalente comunicazione ai consumatori.
In considerazione di questa problematica è ritenuta ancora più idonea la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il”. L’operazione era valutata fin dal 2015 ed era stata sottoposta anche ad alcuni sondaggi attraverso i quali si era visto che mediamente ai consumatori sarebbe stata gradita un’indicazione di questo genere.
Sì posticipa così una misura che avrebbe inciso fortemente su una tematica importante che sta molto a cuore all’Unione Europea ovvero quella della lotta agli sprechi di cibo, uno dei pilastri della strategia Farm to Fork (F2F), il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente; ovvero il tentativo di progettare una politica alimentare che proponga misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione.
Sarà però evidentemente necessario ancora parecchio lavoro diplomatico tra i vari stati europei per superare l’ostacolo linguistico e forse anche, più verosimilmente, quello legato agli interessi delle grandi industrie alimentari
