Mai sentito parlare dell’arrack? E’ uno dei distillati più antichi della storia.
Prodotto di origine araba, il mitico Jerry Thomas lo cita più volte nelle ricette di cocktail contenute nel suo libro “How to Make Drinks or the Bon Vivant Companion” del 1862, in particolare nella variante indiana Batavia.
Perché di varianti ce ne sono tante. L’arrak (o arak) prodotto in Medio Oriente è un distillato d’uva e semi di anice, mentre l’arrak dell’Estremo Oriente è prodotto da melassa, cereali e vino di palma da dattero. Dal colore trasparente e dalla gradazione alcolica compresa fra 30 e 60 gradi, le sue caratteristiche possono variare notevolmente al variare del rapporto fra alcol e i vari ingredienti.
La storia dell’arrack
Il suo arrivo in Europa fece seguito alla colonizzazione di Paesi come India, Indonesia o Sri Lanka da parte di francesi, portoghesi, olandesi e inglesi. Proprio sulle navi mercantili che giungevano dall’Oriente, l’arrack fu impiegato per fare vita a quella che viene considerata la prima bevanda miscelata moderna, il Punch.
A metà dell’Ottocento questo distillato era conosciuto quanto il rum, con cui presenta diverse affinità, tanto che era definito il “rum delle Indie Orientali“. Anche se il Ceylon arrack aveva un prezzo superiore di cinque volte rispetto a quello del rum giamaicano.
Ma, se nel corso del Novecento il rum ha continuato a diffondersi, l’arrack – pur rimanendo uno dei distillati più consumati in Medio Oriente – in Occidente è diventato sempre più raro e costoso, al punto da essere quasi dimenticato. Almeno fino a quando, dagli anni ’90 in poi, il ritorno di popolarità della miscelazione classica ha rilanciato l’interesse per i prodotti “ancestrali”, arrack compreso.
In particolare, gli animatori del Jerry Thomas Project di Roma, nella loro opera di ricerca degli spirit di epoca pre-proibizionista, si sono spinti fino allo Sri Lanka proprio alla scoperta di questo distillato ormai quasi dimenticato dalle nostre parti: dal 2019 l’Old Reserve Arrack è a tutti gli effetti un brand del gruppo.
Le ricette: 3 varianti di Punch con arrack
Come detto, l’arrack è un ingrediente impiegato in passato per la preparazione di moltissimi cocktail. A partire dal Punch. Per questo, per riscoprire questo distillato vi proponiamo le ricette di 3 varianti del Punch basate sull’arrack.
Arrack Punch
Tecnica:
Shake and Strain
Bicchiere:
Highball
Ingredienti:
30 ml arrack black opal
15 ml rum bianco
10 ml sciroppo di limone
10 ml sciroppo di lime
35 ml acqua
Ruby Punch
Tecnica:
Shake and Strain
Bicchiere:
Highball
Ingredienti:
30 ml arrack Van Oosten
30 ml Porto
30 ml tè
10 ml succo di limone
Japanese Punch
Tecnica:
Stir
Bicchiere:
Old fashioned
Ingredienti:
30 ml arrack Van Oosten
15 ml brandy
15 ml succo di lime
90 ml tè verde
q.b. zucchero
Garnish:
Ravanello verde
Preparazione:
Preparare il tè verde, quindi scaldare un mixing glass e aggiungere l’arack e il brandy; versare il succo di lime e aggiungere il tè caldo e zucchero a piacere. La temperatura di servizio ottimale è compresa tra 60 e 70 gradi all’interno di un bicchiere freddo.
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