Dopo aver fatto tappa in Cina, primo produttore mondiale di birra, il tour torna in Europa e fa scalo nella terza isola per estensione, dopo Sicilia e Sardegna, del mar Mediterraneo, ovvero Cipro.
Qui troviamo un’ampia produzione brassicola artigianale la cui crescita ha risentito della grave crisi finanziaria che ha colpito il Paese nel 2013: uno sviluppo che, negli ultimi anni, è ripartito come dimostra il lancio di numerose referenze, frutto del lavoro di diversi piccoli birrifici presenti su tutto il territorio nazionale.
Data la sua posizione, 70km a sud della penisola anatolica e a 100 dalle coste del Vicino Oriente, l’isola, fin dall’antichità, ha costituito un approdo strategico per le navi mercantili in viaggio verso il continente asiatico: per questo motivo è stata teatro di violenti scontri fra le diverse potenze militari e navali che l’hanno occupata nel corso dei secoli, dall’Impero romano a quello bizantino, dalla Repubblica di Venezia all’Impero britannico dal quale Cipro ha ottenuto l’indipendenza nel 1959.
Proprio al dominio inglese (iniziato nel 1878 con gli accordi stipulati al Congresso di Berlino svoltosi al termine della guerra russo-turca), è legato lo sviluppo di una certa cultura brassicola: si ripresenta anche qui quanto già visto raccontando, per esempio, delle birre di Paesi quali l’Australia o le Bahamas che sono state colonie della corona inglese.
Questa è la motivazione storica alla base del fatto che la produzione artigianale di birre cipriota propone numerosi stili birrari tipici britannici e su questi si basa la maggior parte della propria offerta (n.d.r.: le altre referenze, in modo particolare, sono prodotti di stampo belga e ceco): fra le birre proposte troviamo infatti delle India Pale Ale, delle Porter e delle Pale Ale inglesi.
Come esempio abbiamo scelto la Pale Ale Aphrodite’s Rock Sundowner che letteralmente significa ‘l’aperitivo rock di Afrodite’. Un nome che, a prima vista, quantomeno incuriosisce, ma che in realtà ha un preciso riferimento storico-culturale: questa birra infatti viene prodotta dall’omonimo birrificio situato nei pressi della città costiera di Pafo dove sono presenti numerosi siti archeologici che rimandano al culto di Afrodite, la dea greca della bellezza e dell’amore, che si dice si nata proprio qui.
Per quanto riguarda le caratteristiche peculiari del prodotto, ha una gradazione alcolica del 5% ed una schiuma compatta come prevede questo stile. Presenta note erbacee e mette in risalto l’aroma del luppolo utilizzato ed il risultato finale, grazie al bilanciamento offerto dal malto, è una birra chiara dal gusto morbido, qualità tipica della tradizione brassicola inglese.
Dando invece uno sguardo alle birre maggiormente diffuse sul mercato cipriota, al primo posto troviamo la lager KEO prodotta dall’omonimo birrificio situato nella città di Limassol (la seconda per popolazione dopo la capitale Nicosia) e che, negli anni, è arrivata a detenere il 32% delle quote del mercato interno. Questo prodotto ha inoltre ricevuto alcuni prestigiosi riconoscimenti internazionali come la medaglia d’oro al Brewing Industry International Awards, competizione che si svolge ogni due anni a Wolverhampton, Inghilterra.
Questa birra ricalca le caratteristiche peculiari di diverse tipologie di lager della tradizione europea fra cui quelle inglesi e ceche. Con una gradazione alcolica del 5%, si presenta infatti di un colore giallo chiaro, con una schiuma modesta, e al palato dona un gusto bilanciato fra le note del malto e del luppolo con una certa prevalenza delle prime.
Cipro infine offre uno spunto interessante per quanto riguarda la storia della birra nell’antichità: nella parte occidentale dell’isola, nel 2012, gli archeologi hanno infatti ritrovato una struttura in gesso a forma di cupola risalente a 3500 anni fa. Le analisi dei reperti hanno stabilito che fungeva da forno per la produzione della birra e che questa veniva prodotta con malto d’orzo fermentato grazie al lievito ottenuto da frutti quali l’uva o i fichi.
Nella fornace sono stati rinvenuti diversi strumenti e ceramiche che hanno fornito delle importanti indicazioni su come si svolgeva la preparazione della bevanda e sugli studi relativi alle materie prime che venivano fatti per migliorarla qualitativamente: all’interno della struttura infatti sono stati trovati anche dei recipienti che hanno portato gli studiosi a pensare all’utilizzo di additivi o correttori del lievito in grado di modificare gradazione e aromi delle birre.
Da Cipro arriva quindi l’ennesima prova di come la birra non si sia diffusa in ogni angolo del pianeta solamente nell’ultimo secolo, ma come questa, ed i suoi antenati, facciano parte della storia dell’uomo da sempre, in diverse parti del Pianeta e al cospetto di culture diversissime fra loro (si pensi ad esempio all’Egitto dove è stato ritrovato il birrificio più antico dal mondo) e questo poiché anche le comunità primitive ben conoscevano le importanti qualità di questa bevanda.