Annata difficile per le patate, tradizionale cibo povero e anche abbastanza “leggero” per il portafoglio che invece quest’anno ha visto un rincaro del 26% rispetto allo scorso anno (dato di agosto). Cosa c’è alla base di questo rincaro?
Il problema è più che altro legato ad un calo di produzione legato ad attacchi parassitari che, a causa delle condizioni climatiche di quest’estate, sono stati massicci e hanno danneggiato pesantemente il raccolto; hanno pesato molto però anche danni legati al cambiamento climatico, e in particolare le alluvioni in Romagna (l’Emilia-Romagna insieme a Campania e Abruzzo produce la metà circa degli 1,3 milioni di tonnellate di patate raccolte annualmente in Italia).
Secondo i dati Coldiretti circa 8 italiani su 10 mangiano patate almeno una volta alla settimana apprezzando della patata la versatilità, ma anche il basso costo che però come dicevamo è sempre meno basso.
A fronte del calo della produzione nazionale è aumentata l’importazione di patate, e questo ha causato un danno agli agricoltori italiani che non hanno visto riequilibrare le proprie minori vendite da un pari aumento prezzo.
Scontenti anche i consumatori perché per effetto degli elevati costi energetici e di trasporto, in ogni caso è il prezzo al dettaglio è aumentato.
“Per sostenere la coltivazione delle patate – precisa Coldiretti in una nota – occorre concedere la possibilità di utilizzare principi fitosanitari più efficaci nel contrastare l’attacco parassitario che dopo l’Italia sembra interessare altri Paesi dell’Unione Europea anche perché il rischio è di favorire le importazioni da Paesi terzi dove sono utilizzati e sostanze chimiche proibite in Europa. Serve dunque una adeguata programmazione degli investimenti e strumenti adeguati per difendere la produzione nazionale da avversità climatiche e fitosanitarie”.
