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Bahamas, le isole del rum

Nuovo appuntamento con la rubrica che ha appena iniziato il proprio viaggio alla scoperta dei prodotti tipici di tutto il pianeta: oggi approda alle Bahamas, le isole celebri per la produzione del rum.

Qui infatti la distillazione del succo prodotto dalla canna da zucchero è una tradizione che vanta 400 anni di storia e, durante l’epoca coloniale (prima della Spagna e poi della Gran Bretagna) era coltivata dagli schiavi ed il distillato veniva esportato in Europa come un bene prezioso.

Il distillato è un elemento di grande importanza nella cultura bahamense: lo dimostra il fatto che il cocktail più celebre dell’arcipelago, il ‘Bahama Mama’ la cui ricetta prevede l’impiego anche di succo d’ananas e ciliegia e crema di banana, è un tributo alla prima donna che si esibì con un gruppo musicale durante una delle celebrazioni folcloristiche locali più importanti.

Tutti gli anni infatti, il 26 dicembre, qui si svolge la tradizionale festa dello ‘Junkanoo’: si tratta di una grande sfilata in costume di cui si hanno notizie fin dal periodo compreso fra il XVI ed il XVII secolo. L’ usanza deriverebbe da una festa degli schiavi durante la colonizzazione inglese avvenuta nel 1700: ogni anno venivano concessi loro tre giorni di libertà durante i quali erano soliti girare in maschera per l’isola utilizzando anche dei trampoli.

Junkanoo

L’etimologia del nome è incerta: per alcuni studiosi deriverebbe dal nome di una divinità africana (l’85% della popolazione delle Bahamas discende da famiglie giunte dall’Africa in schiavitù), per altri dal nome di un rituale maya e per altri ancora deriverebbe da quello di un capo tribù schiavizzato, John Canoe, proveniente dalla Costa d’Oro Brandeburghese, area situata dove oggi si trova il Ghana, che si ribellò agli oppressori inglesi.

Il ‘Bahama Mama’ dunque è il cocktail a base di rum che maggiormente s’inserisce nella cultura locale, ma ve ne sono altri che, ideati qui utilizzando anche frutta esotica, oggi sono conosciuti in tutto il mondo: un esempio è lo ‘Sky Juice’, noto per la sua cremosità e dolcezza, che viene preparato con l’aggiunta di acqua di cocco, latte condensato zuccherato, noce moscata e cannella.

Troviamo poi lo ‘Yellow Bird’ , una bevanda le cui origini sono ancora oscure: alcuni sostengono che il cocktail prenda il nome da un’omonima melodia haitiana, mentre altri sostengono che sia stato chiamato così per il suo colore vibrante dato dall’impiego di un liquore dolce tipico di Haiti aromatizzato all’anice ed al lime.

Non possiamo non citare inoltre il ‘Goombay Smash’ celebre per il fatto che ne esistono solo delle imitazioni: la ricetta, brevettata da Emily Cooper negli anni sessanta, è infatti ancora segreta. Si dice che contenga una combinazione di rum scuro, rum al cocco, brandy di albicocca, succo d’ananas e di arancia.

Goombay Smash drink a base di rum

Una doverosa menzione infine per un grande classico sia delle Bahamas che di tutti i Caraibi, ovvero il ‘Rum Punch’: la ricetta classica, oltre all’impiego del distillato aromatizzato al cocco, prevede l’aggiunta di succo di frutta (ananas e/o arancia), sciroppo di zucchero e acqua. Si possono aggiungere noce moscata ed una fetta d’ananas come guarnizione.

Per prepararlo basta ricordare questo detto caraibico: “Una parte acida, due dolci, tre forti e quattro deboli’ dove l’acido corrisponde al succo di frutta, il dolce allo sciroppo di zucchero, le parti forti al rum ed infine l’acqua ed il ghiaccio a quelle deboli.

Come detto la base di questi cocktails è il rum di alta qualità, conosciuto anche con la definizione di ‘agricolo’, che ha la peculiarità di essere ricavato dal puro succo di canna da zucchero e non dalla melassa diluita in acqua, come invece accade in altre isole caraibiche.

Tradizionalmente questa pianta tropicale, su cui si è basata per secoli l’economia del Paese, viene lavorata a mano senza l’ausilio di alcun additivo chimico ed è coltivata insieme ad altri prodotti quali mais, manioca, banana o mango che possono essere utilizzati per aromatizzare il distillato o unirli per crearvi alcune delle celebri bevande locali fra cui quelle che abbiamo menzionato.

Bahamas che quindi trovano nel rum la bevanda tradizionale per eccellenza: viene consumato sia liscio che con l’aggiunta di altri ingredienti come la frutta esotica per dare vita a dei profumatissimi cocktails fra cui il ‘Bahama Mama’ che si collega direttamente a una delle ricorrenze culturali locali più importanti quali la festa dello ‘Junkanoo’.

Non si può infine non menzionare l’altrettanto popolare ‘Coecoei’, ovvero un liquore rosso piuttosto dolce ottenuto dall’agave, una pianta grassa perenne. Una bevanda della quale avremo modo di parlare in una delle prossime puntate del viaggio, quando il tour tornerà nei Caraibi per approdare nella piccola isola delle Barbados dove viene prodotta come nell’arcipelago bahamense.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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