A volte scompaiono. È il caso del Rob Roy, che quasi nessuno conosce più. Ed è un peccato.
Se il Martini è il cocktail preferito dai gin lovers perché è il drink che più esalta il distillato di ginepro, per lo stesso motivo il Rob Roy è il drink di riferimento degli amanti dello scotch whisky.
Dunque, non è sbagliato definire il Rob Roy una variante del Manhattan con lo scotch whisky invece del bourbon o del rye whiskey, ma è impreciso. Inizialmente era infatti preparato con l’orange bitter e non con l’Angostura.
“Elegante, dalla gradazione alcolica importante e di carattere, è un drink per palati esperti poco conosciuto tra i clienti”, osserva Cristian Lodi, titolare del Milord di Milano. In compenso, è un cocktail amatissimo dai bartender.
E non stupisce: “Il Rob Roy cambia sapore e profumo a seconda delle etichette scelte di scotch e vermouth rosso, per cui permette di esplorare un mondo praticamente infinito di sapori e profumi”, chiarisce Lodi.
Cocktail IBA fino al 2010, il Rob Roy è successivo al Manhattan (classe 1880), ma già nel 1897 era in lista al Waldorf Hotel di New York. Per David Wondrich, autore di Imbibe!, è probabile che sia nato nel 1895. La data di creazione e nome del drink sarebbero legate alla rappresentazione del musical Rob Roy del compositore Reginald De Koven, spettacolo dedicato a un eroe popolare scozzese. Uno show rappresentato nel 1895 all’Herald Square Theatre, vicino al Waldorf Hotel.
ROB ROY, L’ULTIMA RICETTA IBA
Tecnica:
Stir and Strain
Ingredienti:
4,5 cl scotch whisky
2,5 cl vermouth rosso
Dash Angostura bitter
Decorazione:
Ciliegina
Preparazione:
Riempire il mixing glass di ghiaccio cristallino per tre quarti e quindi versare lo scotch, il vermouth rosso e l’Angostura. Mescolare fino a quando la miscela raggiunge corrette temperatura e diluizione. Infine, filtrare in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata e decorare con una ciliegina.