In questa settimana ci sono state due giornate celebrative importanti, quella che a livello mondiale ricorda il ruolo fondamentale delle api, il 20 maggio, e quella che celebra la biodiversità, il 22 maggio.
L’occasione è stata colta da Greenpeace per presentare e rilanciare un progetto, quello del “Bosco delle api”. Si tratta di un’iniziativa che vuole rilanciare la biodiversità nelle zone limitrofe alle città attraverso l’impianto e la cura del verde, favorendo la nascita di una “food forest”.
Ma cosa son le food forest? Si tratta in pratica di ambienti “semi naturali” in cui l’uomo favorisce la crescita insieme di piante da frutto, erbe officinali, bacche commestibili, e anche ortaggi, creando quindi un ambiente ricco di biodiversità, adatto agli insetti e agli animali in generale. Tutto questo proprio a fianco delle città, i luoghi meno naturali che l’uomo ha creato.
Il progetto in questione era stato avviato a Roma in pieno periodo Covid, un progetto simile è in corso a Parma, ma quello che viene rilanciato in questi giorni è quello che fa perno su Cremona, anch’essa città padana, posta quindi in una delle zone più inquinate d’Italia e l’Europa.
A Cremona l’operazione si svolge grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale Agropolis e diverse altre realtà del territorio e si basa sempre comunque (come tutte le altre Food Forest) sul coinvolgimento di tanti volontari.
Le FF sono veri e propri ecosistemi in piccola scala e proprio perché molto vicini a città densamente popolate, diventano eccezionali poli di educazione ambientale, oltre che essere dei veri e propri rifugi e paradisi per le api e gli insetti in generale.
L’idea del progetto Greenpeace di Cremona è quella di studiare un modello che poi possa essere replicato in varie città. “Il Bosco delle Api non è solo un rifugio per gli impollinatori, ma anche un luogo di biomonitoraggio aperto a tutti coloro che desiderano esplorare la natura. Oltre a rappresentare una soluzione naturale contro i cambiamenti climatici, queste aree diventano spazi aperti per incontri, attività didattiche e iniziative culturali, contribuendo così a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della conservazione della natura”, ha detto Martina Borghi, di Greenpeace Italia.